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ISOLA DI SAN GIORGIO
L'Isola di San Giorgio Maggiore si trova nella Laguna di
Venezia, di fronte al Bacino di S. Marco, a soli 400 metri di distanza dalla
città e a poche decine di metri dall'Isola della
Giudecca. Ai tempi dei primi dogi essa si chiamava Isola dei Cipressi,
aveva pochi abitanti che lavoravano in una salina ed in un mulino a vento e già
vi era edificata una chiesetta (anno 790) dedicata a San Giorgio (Maggiore, per
poterla distinguere da quella di un'altra isola della Laguna di Venezia,
San Giorgio in Alga). Nel 982 il doge Tribuno Memmo
donò quest'isola all'Ordine Benedettino affinchè vi potesse edificare un monastero.
A partire da quell'anno quindi San Giorgio in Isola aumentò decisamente di
importanza, inoltre nel 1108 o 1109, durante il dogado di Ordelaffio Falier,
venne sepolto nella chiesa il corpo di Santo Stefano. Questa ricorrenza fu
celebrata per molti secoli con una festa che si teneva di fronte all'isola, nell'antistante Bacino
di San Marco la notte di Santo Stefano.
L'Isola di San Giorgio Maggiore continuò ad essere abbellita negli anni seguenti
grazie anche agli interventi del doge Sebastiano Ziani, che vi fu
poi sepolto nel 1178. Un terribile terremoto nel 1223 causò la devastazione dell'isola,
distruggendo la chiesa ed il monastero dei Benedettini. La ricostruzione fu
lunga e laboriosa e portò alla consacrazione di una nuova chiesa nel 1419. Dal 1433
San Giorgio in Isola ospitò Cosimo I de' Medici nel suo breve
periodo di esilio da Firenze. Egli ordinò la costruzione della grandiosa libreria
che fu però distrutta da un incendio due secoli dopo. Il XVI secolo rappresenta il
periodo più fiorente per l'Isola di San Giorgio, con la costruzione del primo dei
due chiostri del convento (detto "degli Allori", avvenuta tra il
1516 ed il 1540). Il chiostro piu recente "dei Cipressi", fu realizzato nel
periodo 1576-1614.
La costruzione della Chiesa di San Giorgio (quella che possiamo
tuttora ammirare), cominciò nel 1566 su progetto in stile neoclassico
del grande architetto Andrea Palladio e proseguì fino alla sua morte
(1580), quindi continuò sotto la direzione di Baldassarre Longhena
che la portò a compimento nel 1610. Sempre Longhena realizzò
il sontuoso Appartamento degli Abati e la Biblioteca. Il Campanile dell'Isola
di San Giorgio crollò nel 1774 e venne ricostruito nel 1791 su progetto di Benedetto
Buratti. Con la fine della Repubblica di Venezia, nel 1797, San Giorgio in Isola
perse gran parte della sua importanza, pur ospitando nel 1799 il conclave
che avrebbe eletto Papa Pio VII. Il convento fu soppresso da
Napoleone nel 1806, (ma la basilica venne riaperta già a partire dal 1808) e l'Isola
di San Giorgio venne trasformata in "porto franco" fino al 1929, cadendo in uno stato
di abbandono e degrado. Il Bacino dell'isola che attualmente serve da riparo a numerose barche
a vela venne costruito, assieme ai due piccoli fari Piccoli fari che lo delimitano, nel 1851.
Soltanto 100 anni dopo, nel 1951, l'Isola di San Giorgio tornò a rivestire il
suo secolare ruolo nell'ambito dell'arte e della cultura grazie al conte Vittorio
Cini. Egli infatti vi istituì la Fondazione Giorgio Cini in
memoria del giovane figlio Giorgio morto tragicamente nel 1949 a seguito di un incidente
aereo. S. Giorgio in Isola tornava così a nuova vita ospitando mostre e spettacoli, convegni e
premiazioni (tra le quali per molti anni il premio letterario "Campiello").
Il parco venne risistemato mentre al suo interno fu edificata la piscina Piscina ed il
Teatro Verde (1952). Tale teatro ha ospitato anni fa, durante il
periodo estivo, numerose manifestazioni artistiche quali balletti, concerti e opere
liriche. Per decenni nell'Isola di San Giorgio vi è stata anche la sede di un Istituto Marinaresco
Professionale che ha formato personale qualificato di bordo per le navi.
Nell'Isola di San Giorgio sono stati ospitati nel 1980 e 1987
gli incontri del G7 (quello che attualmente viene chiamato G8).
La più importante attrazione dell'Isola di San Giorgio Maggiore è sicuramente la chiesa.
La facciata ricorda quella della Basilica del Redentore, situata poco distante, sull'Isola della
Giudecca,
progettata sempre da Andrea Palladio. Sulla facciata si vedono le statue di Santo Stefano, San Giorgio
e i busti dei dogi Tribuno Memmo e Sebastiano Ziani. L'interno della
Basilica di San Giorgio è maestoso, a croce latina con transetto absidato e con tre
navate sorrette da enormi pilastri. Si possono ammirare dei notevoli dipinti di
Carpaccio, Palma il Giovane, Sebastiano Ricci, Bassano e
Tintoretto. Di quest'ultimo pittore segnaliamo "La Caduta della Manna",
"Lapidazione di Santo Stefano", "L'Ultima Cena" e "La Deposizione", dipinti tra il
1592 ed il 1594. Notevole è anche il monumento funebre del doge Leonardo Donà.
La Chiesa di San Giorgio ha i seguenti orari di apertura: 9,00-12,50
e 14,30-18,30 (orario estivo); 14,30-17,00 (orario invernale). Ingresso alla chiesa gratuito
(per informazioni o per richiedere delle visite guidate tel. +39 041 5227827). Gli orari
delle Sante Messe sono i seguenti: festivo h 11,00, feriale h 8,00. Il
Campanile dell'Isola di San Giorgio si può visitare col seguente orario: 9,30-12,50 e 14,30-18,00.
Tramite un ascensore si accede alla cella campanaria dalla quale si ammira una incomparabile
veduta di Venezia, del bacino S. Marco e della laguna circostante (costo del biglietto
5 euro). La Fondazione Cini si può contattare al tel. +39 041 5205558, mentre per
prenotare delle visite guidate (costo € 12,00, durata 1 ora) telefonare allo +39 041 5240119.
Come arrivare all'Isola di San Giorgio Maggiore
Per andare all'Isola di San Giorgio da Piazzale Roma (durata percorso 35 minuti), Tronchetto
(25 min.), dalla Stazione (39 min.), da Rialto (51 min.) o da S. Marco (fermata "S. Zaccaria",
3 minuti), si deve prendere la linea pubblica dei vaporetti numero 2 gestita da Actv,
costo del biglietto 7,00 euro. Di fronte alla darsena si trova il
Bar Rosa Salva che offre ai propri clienti una terrazza con un'ottima
vista, orario estivo 10,00-19,00, invernale 11,00-17,00, aperto tutti i giorni, tel. 3939599220. Sempre nell'Isola di San Giorgio
è presente con due sedi espositive la Fondazione Prada, tel. +39 041 2412578.
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