TOPONOMASTICA A VENEZIA
La toponomastica a Venezia varia notevolmente rispetto a
quella delle altre città italiane. Venezia ha attinto spesso da lingue come
il latino, il francese, l'arabo e altre per esprimere la propria toponomastica.
La configurazione della città, divisa in sei sestieri, non rende
facile rintracciare i numeri anagrafici poichè essi sono progressivi e
non rispettano un criterio logico, infatti i numeri non terminano con la
fine della via (calle), ma continuano per tutta l'estensione del
sestiere. Il sestiere di Castello, il più grande e popolato di Venezia, ha
un'abitazione con il numero 6828! La toponomastica quindi ci aiuta nel
localizzare i luoghi che ci interessano. Ma attenzione, ci sono molte "calli"
che hanno lo stesso nome, come Calle della Madonna o del Magazen o del
Cristo, esse si trovano in punti diversi della città. Per cui quando
chiedete un'informazione ad un veneziano gli dovreste almeno saper dire il nome della
contrada in cui si trova il posto che cercate. Per esempio: "Mi sa indicare
la strada per arrivare al numero xxxx vicino a Santo Stefano?". Gli stessi
veneziani fissano gli appuntamenti a San Luca o a San Bartolomeo.
Passiamo quindi ad elencare gli elementi tipici della
toponomastica a Venezia.
Barbarìa. La Barbarìa era quella zona di Castello nella
quale si trovavano numerosi depositi di legname. In tali falegnamerie venivano
quindi tolte le barbe dalle cortecce degli alberi. Attualmente esiste
solo la strada chiamata
Barbaria de le Tole. Tale definizione risulta unica nella toponomastica a Venezia.
Borgoloco. Il borgoloco era un luogo presso il quale sorgevano
degli alberghi o locande. Attualmente ne esistono due, uno dedicato a Pompeo
Molmenti, grande storico della città, che è presso Campo Santa Maria Formosa,
mentre il secondo si trova a S. Lorenzo.
Ca'. Abbreviazione che i veneziani usavano per indicare
casa, specialmente delle famiglie nobili. Sono molto famose la Ca' D'Oro sede
della Galleria Franchetti, e Ca' Foscari sede della facoltà universitaria di
Economia e Commercio, tra le altre.
Calle. Calli è il nome comune che si dà in città
per indicare le strade piuttosto lunghe e strette. Tale termine viene largamente
usato nella toponomastica a Venezia. Il nome deriva dal latino
callis che significa "sentiero". Calle si usa normalmente anche in Spagna
ed assume lo stesso significato. Altre varianti sono "calletta", "callesella",
ma anche "calle lunga" e "calle larga". A Venezia esistono oltre 3000 "calli", esse ne rappresentano
la vera struttura indispensabile per la viabilità.
Campo. Il campo ha assunto nella toponomastica a Venezia
il significato di piazza. Nei tempi antichi i campi infatti si presentavano
ricoperti d'erba e spesso vi pascolavano pecore e cavalli. Essi alcune volte
erano il sagrato delle chiese e vi avvenivano le sepolture. Solo più tardi i
campi vennero selciati assumendo così l'aspetto che vediamo al giorno d'oggi.
Ai tempi della Serenissima in ogni campo c'era almeno una
vera da pozzo dalla
quale si poteva attingere acqua potabile per uso domestico. Il Campiello
è un campo più piccolo, oltre ad essere il nome di un famoso premio letterario
la cui premiazione avviene ogni anno all'interno del Cortile di Palazzo Ducale
nel mese di settembre.
Canale. I canali sono delle vie d'acqua lungo le quali possono
transitare natanti a remi o a motore. Essi possono essere costeggiati da rive o da
palazzi. I più noti si chiamano Canal Grande e Canale della Giudecca.
Carampane. Le Carampane si trovano in una zona adiacente alla contrada
di S. Cassiano. Il nome deriva da Ca' Rampani che era la casa di proprietà della omonima famiglia nobile
lì residente. Già nel '500 praticavano alle Carampane delle meretrici che avevano
l'obbligo di restare all'interno di quest'area, assieme a quella chiamata "Castelletto"
a S. Matteo. Risulta essere un termine tipico della toponomastica di Venezia.
Chiovere. Le Chiovere si trovano non lontane dalla Chiesa dei
Frari verso la stazione. Le chiovere erano anticamente gli ampi spazi nei quali
venivano posti ad asciugare i panni dopo la tintura, stesi tra lunghe corde sorrette
da canne o bastoni. In quest'area vennero abbattuti i vecchi edifici al principio
del XX secolo e costruite nuove case a partire dal 1909. Delle altre chiovere
si trovano in una zona decentrata di Cannaregio, presso S. Girolamo.
Corte. La corte viene così chiamata da "cortile" termine tipico
della toponomastica a Venezia. Essa risulta essere una piccola piazza circondata da case ed ha
solo un'entrata (che è anche l'uscita). La corte può avere uno sbocco anche su un
canale e talvolta la vera da pozzo. Esistono alcune "corti" più piccole, denominate
"cortesele".
Crosera. Si chiama crosera la strada principale che si interseca con
delle "calli" secondarie. Anche questa espressione si riscontra unicamente nella
toponomastica a Venezia. Il nome deriva dall'italiano crocevia.
Fondamenta. Le fondamente sono delle rive che costeggiano i canali
della città. Si chiamano così nella toponomastica locale perchè fungono da fondamento
alle costruzioni. Esse hanno sempre disponibili degli approdi per le imbarcazioni.
Fontego. Il fondaco era un grande edificio dove venivano
conservate le merci. I fondaci pubblici stoccavano farina e miglio, mentre altri
furono destinati ai Turchi ed ai Tedeschi per facilitare i loro commerci.
La toponomastica a Venezia lo fa derivare dall'arabo funduq, ossia deposito per le merci.
Lista. La liste erano delle strade localizzate nelle vicinanze
di un'ambasciata straniera, come la Lista di Spagna, a poche decine di metri dalla
stazione. Il liston, caratteristico della toponomastica a Venezia, si
trova in Piazza S. Marco, ed è il percorso tra le due parti selciate in marmo bianco.
Merceria. La merceria aveva ai suoi lati file di botteghe di merci.
Attualmente esistono solo le Mercerie, delle lunghe strade che vanno da Rialto fino
a S. Marco. Nella toponomastica essa viene detta Marzaria.
Paludo. Il paludo era una zona bonificata dove anticamente si
trovava un acquitrino, un posto che si inondava frequentemente nel periodo delle alte
maree. In dialetto viene pronunciato palùo.
Piazza. A Venezia la toponomastica concesse solo una Piazza, quella
di S. Marco, tra le aree monumentali più belle al mondo, il "salotto " dei Veneziani.
Piazzale Roma invece serve come terminal automobilstico.
Piscina. La piscina, lo dice il termine stesso, era un luogo dove si
poteva fare il bagno, simile ad uno stagno, vi si pescava. Queste zone furono interrate
per consentire la costruzione di edifici e per facilitare il transito alle persone.
Ramo. Il ramo è quella strada che diparte da un'altra principale. Esso
può congiungere due strade ma anche un campo, talvolta il ramo non ha via d'uscita.
Rio. Si chiamano rii i canali che percorrono in lungo ed in largo
Venezia. Ce ne sono oltre 400 e sono delle vie d'acqua, usate per i trasporti di cose
e persone. Il termine proviene da "rivo" e ricorre nella toponomastica locale.
Rio Terà. Il rio terà è un canale interrato per poter migliorare
la viabilità pedonale. Significa appunto "rio interrato". Molti rii furono interrati
specialmente nell'ottocento. Al di sotto spesso vi scorre ancora l'acqua dell'antico canale.
Riva. Si definisce riva a Venezia solitamente una "fondamenta" più
ampia. Vi attraccano le barche e vi transitano le persone.
Ruga. Chiamasi ruga quella strada che viene fiancheggiata da negozi e da case.
La toponomastica a Venezia fa derivare il termine ruga dal francese "rue".
Salizzada. La salizzada deve il proprio nome al fatto d'essere stata tra
le prime strade selciate, cioè lastricate da pietre (i
masegni). Prima di venire
selciate, anticamente tutte le vie della città erano in terra battuta.
Sestiere. Venezia fu divisa in sei parti fin dai tempi
antichi. Infatti esistono sei sestieri, tre per ogni sponda del Canal Grande: Cannaregio, S. Marco e
Castello (detto anche "Olivolo"), Dorso Duro, S. Polo e Santa Croce. La toponomastica ha espresso quindi
una variante locale al termine usato normalmente in Italia, il quartiere.
Sotoportego.
Il sotoportego (sottoportico)
è un pezzo di via che si trova al di sotto delle abitazioni. Il termine si ritrova spesso nella toponomastica a Venezia.
La toponomastica a Venezia viene espressa nelle tipiche scritte nere su sfondo bianco
chiamate in dialetto nizioleti, ossia "piccole lenzuola".
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